Il Rosso Conero e Campo San Giorgio: storia di un vino icona.
Il 12 giugno 1973 Umani Ronchi presentava la Registrazione del Marchio figurativo dell'etichetta del Rosso Conero, una dichiarazione di protezione di quel marchio che sarebbe servito a contraddistinguere nel tempo un particolare vino prodotto e una piccola denominazione legata ad un territorio di valore: “Il marchio in parola è costituito da un campo rettangolare non delimitato da linee. In detto campo esiste un paesaggio con veduta del Monte Conero e di un tipico paese del luogo, sovrastante ubertosi vigneti.”
Una narrazione attraverso parole e immagini ancora attuali, che rivive nel Campo San Giorgio Conero Riserva Docg, il più importante Cru Umani Ronchi. Un progetto che nasce da lontano per valorizzare e conservare il patrimonio vitivinicolo, storico e culturale di un territorio poco conosciuto e compreso.
Campo San Giorgio, il progetto
“Da alcuni anni avevamo il desiderio di valorizzare un territorio vitivinicolo tanto bello e vocato, quanto poco conosciuto e compreso, quale è la zona del Conero, forti della lunga esperienza e tradizione di famiglia e convinti che il vitigno Montepulciano qui coltivato non avesse ancora dimostrato le sue massime potenzialità.” Michele Bernetti e Massimo Bernetti
Campo San Giorgio è un vino che nasce da un progetto di vigna molto chiaro. Nei primi anni 2000 Michele Bernetti individua un piccolo appezzamento all’interno del vigneto di Osimo, nel punto più alto e più ventilato, con un’esposizione ad est che assicura la luce e il calore del sole dalle prime ore del mattino fino al tramonto. Vuole realizzare qui un vigneto che possa dare risposta all’esigenza di esprimere la massima eleganza del vitigno storico del Conero, il Montepulciano, sfruttando le caratteristiche che questo particolare ambiente mette a disposizione. Una scelta in controtendenza rispetto alle tecniche più tradizionali che privilegiano forza e muscolarità ad eleganza e finezza del vitigno.
La vigna prende forma: 8000 piante per ettaro, poco più di 2 metri tra le file e 60 cm sulla fila. Si doveva trovare la forma di allevamento giusta. Giacomo Tachis, consulente enologo dell’azienda aveva consigliato di far maturare il Montepulciano abbassando le forme di allevamento: avvicinare l’uva al terreno per sfruttarne il calore avrebbe favorito l’anticipo della maturazione fenolica della vigna, consentendo una perfetta maturazione dell’uva. Si prende ispirazione dall’alberello: piccoli fusti di 39 cm e due branche (anziché 4, come il tradizionale) che portano all’apice due speroni. Vedendo che il vigore delle piante era significativo, viene aggiunto un ulteriore punto vegetativo.
Nasce l’alberello del Campo San Giorgio. I primi risultati superano le aspettative: le uve beneficiano di questa vicinanza e raggiungono una maturità fenolica che non si ottiene negli altri vigneti. La maturità delle sostanze fenoliche garantisce freschezza ed eleganza. La sfida è vinta ma il cammino verso una prima produzione è lungo, ci vorranno anni di vendemmie e sperimentazioni per arrivare alla prima annata ufficiale, la 2009 che verrà presentata solo nel 2013. Un’edizione limitata fatta di 2814 bottiglie e disponibile solo sul mercato Italia.
Naming e packaging
“Campo San Giorgio è un vino di valore, fatto con cura, passione e artigianalità, che racconta una piccola e bella denominazione. Un vino nel quale abbiamo profuso tanto impegno e che rappresenta la nostra vetta nella produzione di grandi rossi. E’ un Montepulciano in purezza ma senza esasperarne la caratteristica forza e struttura, bensì valorizzandone eleganza e tannini setosi. Affina in legno piccolo per 12 mesi e botte grande per altri 12, a cui segue un lungo riposo in bottiglia.” Il video racconto di Michele Bernetti
Il nome.
Campo San Giorgio è l’appellativo catastale di una particella sita nel comune di Osimo, un fazzoletto di terra dove si lavora con la cura manuale del dettaglio e dove esiste una combinazione quasi unica di elementi naturali. Mare, luce, sole, terra e aria generano un microclima particolare che dona eleganza, tipicità e purezza al Montepulciano. Il nome scelto ha dunque una ragione geografica e vuole sottolineare il legame unico e forte con il territorio.
L’etichetta.
E' volutamente vintage. Un disegno a mano, realizzato a china e affidato all’artista Ileana Colazzilli, che richiama l’etichetta utilizzata per il Rosso Conero tra il 1968 e il 1972, e riproduce le vigne di Via San Giorgio, Camerano e il Monte Conero.
Campo San Giorgio, note di degustazione
Il colore è rosso rubino intenso e impenetrabile, con riflessi vivaci e purpurei. Il bouquet è pieno e spiccatamente fruttato. Emerge la ciliegia matura, e poi prugna e buccia d’arancia, sentori che si amalgamano alla speziatura dolce, come radice di liquirizia e vaniglia. Al gusto si distingue per profondità, avvolgenza e concentrazione: la dolcezza del frutto accompagna il palato determinando armonia e tannini setosi. Lunga persistenza aromatica, caratterizzata principalmente da note di erbe aromatiche che determinano un finale lungo e piacevole. Link alla scheda prodotto.
Campo San Giorgio, l’Experience
Un vino in edizione limitata che diventa anche Experience attraverso un cofanetto che racchiude le principali e migliori espressioni di questo territorio e attraverso una sala degustazione immersa tra i vigneti dove degustare vecchie annate e selezioni provenienti proprio da questo lembo di terra. “Tra le vigne di Campo San Giorgio, abbiamo ricavato una piccola sala degustazione dedicata al percorso "Conero Experience". Uno spazio che racchiude e racconta l'anima agricola della nostra Cantina attraverso oggetti e testimonianze del passato.”